Se il teatro come spettacolo è un rito degenerato, se il nostro teatro borghese solo talvolta lascia affiorare l’eco dell’antica ritualità, la strada apre la possibilità ad un percorso opposto: l’apparizione della performance, sacralizza lo spazio quotidiano.

Laddove, come nella nostra cultura occidentale, per evidenti ragioni storiche e sociologiche, il teatro è un fenomeno marginale ed elitario, solo uscendo dagli edifici chiusi esso si propone accessibile a tutti, anche a chi è estraneo alle “stagioni teatrali”.

Nella strada perfino l’ignaro e casuale passante è catturato da suoni e visoni che ne trasformano le prospettive ridisegnando i suoi spazi.

Varie ed articolate sono le forme con cui lo spettacolo teatrale si offre nella strada:
dall’intrattenimento stanziale che chiede l’obolo “a cappello”, al teatro di piazza che ripropone sul palco all’aperto i suoi repertori, per questo la definizione che diamo alle nostre opere è “teatro itinerante negli spazi urbani” e per questo la nostra proposta didattica è incentrata sull’artificio che dota l’attore di un palcoscenico mobile: i trampoli.